I fatti
In data 3 giugno 2004 Pietro Lunardi, allora Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti (2001-2006) attraverso una Società di famiglia acquistava da Propaganda Fide (Città del Vaticano), rappresentata da Sua Emm.za Cardinale Crescenzio Sepe, un immobile (classificato al catasto come casa popolare) in via dei Prefetti 18 per un corrispettivo di Euro 3 milioni, pagati in larga parte attraverso un mutuo erogato dal Credito Artigiano.
Si fa presente che il suddetto immobile, acquistato da cielo a terra, era occupato da otto inquilini che lo abitavano pur essendo in condizioni di avanzato degrado, privo di impianti fognari, con il 40% dei locali , distribuiti su tre piani, senza finestre.
In data 23 dicembre 2005 (18 mesi dopo la compravendita dell’immobile di via dei Prefetti) il Ministro dei Beni Culturali Rocco Buttiglione, attraverso un finanziamento statale a mezzo della Società Arcus e con decreto interministeriale (sottoscritto per concerto anche dal Ministro Pietro Lunardi), finanziava 87 opere distribuite su tutto il territorio nazionale.
Fra queste veniva concesso un finanziamento di Euro 2.500.000,00 euro a Propaganda Fide per il consolidamento del proprio Palazzo in Piazza di Spagna e per la realizzazione di un Museo da aprire al pubblico.
In data 19 giugno 2010 la Procura della Repubblica di Perugia, immaginando che ci fossero dei collegamenti tra la compravendita dell’immobile di via dei Prefetti ed il finanziamento concesso dal Ministero dei Beni Culturali con decreto interministeriale per il Palazzo di Piazza di Spagna, inviava , pur essendo i fatti già in regime di prescrizione, un informazione di garanzia congiuntamente al Ministro Pietro Lunardi ed al Cardinale Crescenzio Sepe, scatenando una vergognosa quanto diffamatoria campagna stampa assoggettata al solito giornalismo spazzatura, pronto a diffamare senza poi smentire.
Il giorno 13 gennaio 2012 l’atto di accusa è stato archiviato perché completamente inventato e voluto per fini diffamatori.
Accusa per il reato di corruzione
Il 19 giugno 2010 l’On.le Pietro Lunardi è iscritto unitamente al Cardinale Crescenzio Sepe nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Perugia per un’ipotesi di corruzione perché avrebbe acquistato “ad un prezzo di favore” dalla “Congregazione per l’Evangelizzazzione dei Popoli o Propaganda Fide”, rappresentata dal Cardinale Crescenzio Sepe, un immobile sito in Roma, in Via dei Prefetti, come contropartita della concessione di un finanziamento a Propaganda Fide, nella sua qualità di Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Più precisamente, l’immobile è stato acquistato in data 3 giugno 2004 per il corrispettivo di Euro 3 milioni, pagati in larga parte attraverso un mutuo erogato dal Credito Artigiano. A fronte di tale acquisto l’On.le Pietro Lunardi, all’epoca Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, grazie a tale sua qualifica, avrebbe consentito che ‘Propaganda Fide’ accedesse, in data 23 dicembre 2005, ad un finanziamento statale a mezzo della società Arcus, “non avendone i presupposti”, per l’importo di Euro 2.500.000, per la realizzazione di un Museo aperto al pubblico da realizzarsi a Roma nella sede di Piazza di Spagna. Il 28 luglio 2010 il Procuratore della Repubblica di Perugia trasmette gli atti al Collegio per i reati ministeriali presso il Tribunale di Perugia per la loro immediata rimessione al Presidente della Camera competente ai sensi dell’art. 5 L. Cost. 1/1989. Il 6 ottobre 2010 la Giunta per le Autorizzazioni della Camera dei Deputati, esaminata la documentazione approva la proposta di restituire gli atti al Collegio per i reati ministeriali di Perugia poiché: 1) il capo di imputazione fa riferimento alla corruzione ma gli atti trasmessi concernono solo la posizione del presunto corrotto e non anche quella del ritenuto corruttore, ed è difficoltoso se non impossibile prendere in considerazione un episodio di corruzione senza poter analizzare finalità e modalità della condotta di entrambi i pretesi concorrenti a tale episodio; 2) il Tribunale dei Ministri riceve il fascicolo il 19 luglio 2010 e già il 18 agosto il tribunale medesimo trasmette gli atti alla Camera. E’ evidente che il Tribunale dei ministri non ha svolto in alcuna maniera il suo ruolo di filtro e di sommario vaglio dei fatti ipotizzati che il sistema normativo sui reati ministeriali gli attribuisce. Per altre tre volte il Collegio per i reati ministeriali continua ad inoltrare alla Presidenza della Camera dei Deputati la medesima domanda di autorizzazione a procedere senza nessuna integrazione e dunque, il 30 novembre 2011 la Giunta per le Autorizzazioni della Camera dei Deputati comunica al Presidente della Camera la sua decisione di restituire in modo definitivo il fascicolo al Collegio per i reati ministeriali di Perugia poiché né Giunta per le Autorizzazioni della Camera dei Deputati né la Camera dei Deputati possono aggiungere alcunché di nuovo a quanto hanno già deliberato in precedenza e con una lettera del 12 dicembre 2011 il Presidente della Camera trasmette tale decisione al Presidente del collegio per i reati ministeriali specificando che “future mere reiterazioni della stessa domanda non avranno alcun ulteriore riscontro”.
Sentenza della Corte Suprema di Cassazione
Il 12 dicembre 2011 la Corte Suprema di Cassazione accoglie il ricorso dell’On.Pietro Lunardi riconoscendo l’abnormità (dunque fuori dalle regole del diritto) del provvedimento del Tribunale dei Ministri di Perugia. L’ abnormità del provvedimento, a parere della Cassazione, ha determinato una vera e propria stasi procedimentale che ha impedito al pubblico ministero di ottenere la proroga delle indagini e all’indagato di vedere esaminata la sua istanza difensiva.
Sentenza della Corte Suprema di Cassazione |
Il 13 gennaio 2012 il Collegio per i reati ministeriali di Perugia dispone l’archiviazione del procedimento a carico dell’On.le Pietro Lunardi poiché il reato si è estinto nel merito e per intervenuta prescrizione.
Sentenza del Collegio per i reati ministeriali di Perugia |
Articoli di giornale